Il momento perfetto
Questo è un post personale, una riflessione tutta mia che però mi va di condividere.
Non a tutti interesserà .
Per arrivare ad avere questo pensiero, per arrivare a questa riflessione, mi ci sono voluti alcuni elementi che sono arrivati in questa settimana e che come un puzzle, sono stati pezzi che si sono incastrati uno ad uno perfettamente tra loro.
Tutto parte da lontano, quando ero un ragazzo all'alba dei venti anni, quando tutto ruotava intorno al semplice divertirsi e stare bene. Gli impegni erano pochi, la compagnia di amici era perfetta e ne facevamo di ogni.
Capitava il fine settimana in cui andavi via per un weekend, oppure la nottata passata a qualche festa in giro per l'Italia.
E arrivava quel momento. La fine di tutta la caciara, la fine della bella confusione. Arrivava il momento del rientro.
E ti ritrovavi in una macchina piena di amici troppo stanchi per fare confusione o anche solo per parlare, con una bella manciata di chilometri da fare e con la voglia di rilassarti e goderti il momento pensando a cosa avevamo appena fatto.
E quindi nella tranquillità , guidando o da passeggero, ti ascoltavi la colonna sonora che passava lo stereo, eri soddisfatto, felice e tutto ti sembrava perfetto e volevi che quel momento non finisse mai.
Infinito.
Con gli anni questa sensazione la perdi, cambi abitudini, cresci, e tutto passa. Non dimentichi però, rimane nei ricordi da tirare fuori dal cassetto quando serve, ma sai che fa parte del passato.
Questo pensiero é un primo tassello del puzzle.
É li che aspetta gli altri.
Il secondo tassello é arrivato a metà settimana.
Un amico, parlando, tira fuori quella frase, che condividi.
Quando vai in moto hai modo di passare del tempo con te stesso. Magari ad una sosta siamo tutti insieme, ci divertiamo e ridiamo. Ma poi ripartiamo, è hai tempo per pensare. Per riflettere.
Non sempre, alle volte sei concentrato a fare il citrullo, alle volte sei impegnato alla conduzione di un giro, alle volte devi pensare a cosa stai facendo e a dove stai andando. Ma quei cinque minuti, o dieci, li trovi per riflettere e pensare.
Il terzo tassello é un film che ho visto una di queste sere.
In realtà lo avevo già visto.
Tratta il tema di una compagnia di amici e delle loro storie. Ma c'è una parte fondamentale che ti riporta alla gioventù e ti riporta al piacere del ritorno in macchina:
Una voce fuori campo spiega proprio la questione di vivere il momento sapendo che prima o poi diventerà solo un ricordo. Ma in quel momento é qui, é quello che sta accadendo e che in qualche modo ti fa sentire bene, ti fa sentire infinito.
E cosa c'entra tutto questo con il Fiorenza?
C'entra eccome.
Perché il Boja Che Djaccio Treffen 2023 mi ha permesso di rivivere questa sensazione.
Perché durante i vari giri ero troppo concentrato sul gruppo, sulla strada da percorrere, sulle soste da fare.
Durante le soste c'era da pensare ai tempi, al fatto che tutto funzionasse. Durante la cena, pensavi al fatto che fosse gradita dagli ospiti, che fosse abbastanza in quantità .
Insomma diciamolo, prima di goderti un evento del genere in veste di organizzatore, passa un po'.
Ti godi la compagnia nei momenti di stop, ma per il resto hai un bel da fare.
Però poi arriva quel momento.
Il rientro.
La strada la conosci bene, é quella. Non presenta ostacoli per il gruppo.
Insomma puoi rilassarti che l'impegno ora é poco.
Metti della musica nel casco per ammazzare il tempo.
Tutto fila liscio fino a che non arrivi in quella parte di Cassia che tra strada e paesaggio diventa un piacere per gli occhi. Ma non solo.
Ci si mette anche la perfetta posizione del sole quasi al tramonto che dona una luce spettacolare.
La musica che senti é quella giusta.
Ti stai godendo il momento. La giusta fine di un fine settimana passato in compagnia, la bella confusione, i bei momenti passati. Il rilassamento.
É proprio un bel momento.
Pensi a quello che stai vedendo e a quello che hai appena vissuto.
Sei soddisfatto, vorresti condividere con gli altri questo momento ma non puoi, e forse non vuoi.
Eccolo il momento perfetto.
Quello che ti riporta ai pensieri di gioventù.
Dura una manciata di chilometri, ma ti rende felice.
Però poi scopri che non sei il solo.
Perché alla fine, all'ultima sosta per il rifornimento, ai saluti finali, arriva quello che ti abbraccia e ti dice:
Abbiamo fatto un bel lavoro!
Senti tutta la sua soddisfazione e sai che, magari con modalità diverse, lui ha vissuto le tue stesse cose.
Ha vissuto la tensione dello stare attenti che tutto funzionasse, ha vissuto i momenti belli in compagnia, ma ha vissuto il momento del rilassamento, come te.
Arrivi a tutto questo qualche giorno dopo.
Rimettendo insieme tutti i pezzi.
Belle cose.
"Perchè io so che ci sono persone che dicono che queste cose non esistono, e che ci sono persone che quando compiono diciassette anni dimenticano com'è averne sedici.
So che un giorno queste diventeranno delle storie e le immagini diventeranno vecchie fotografie, e noi diventeremo il padre o la madre di qualcuno, ma qui, adesso, questi momenti non sono storie, questo sta succedendo, io sono qui.
Ora lo vedo: il momento in cui sai di non essere una storia triste, sei vivo, e ti alzi in piedi, e vedi la luce dei palazzi, e tutto quello che ti fa stare a bocca aperta.
E senti quella canzone, su quella strada, insieme alle persone a cui vuoi più bene al mondo, e in questo momento, te lo giuro, noi siamo infinito!"